martedì 29 giugno 2010

Ciao "Guerriero"



Addio Pietro Taricone.

Settembre 2000. In Italia si stava scatenando in quella stagione un avvenimento che avrebbe cambiato per anni (per il momento siamo arrivati a 10) il palinsesto della televisione: sia quella pubblica, che quella privata. Per non parlare delle pay-tv. In arrivo dall'Olanda, fu introdotto un format che nello stivale non si era ancora visto. Il primo reality- show, fu il "Grande Fratello", in onda su canale 5. Dieci concorrenti rinchiusi in una casa, senza avere a disposizione mezzi di comunicazine con l'esterno, si sfidavano in un gioco in cui il preferito del pubblico avrebbe vinto la bellezza di mezzo milione di euro (allora il montepremi era di 500 milioni di lire).
E in quell'edizione imparammo a conoscere questi ragazzi. Li seguimmo passo dopo passo nella loro avventura. Dalla prima nomination, al dramma della prima eliminazione, al momento della prova settimanale. Pietro Taricone è stato senza dubbio il simbolo di quel Grande Fratello. Vuoi per il suo modo di fare, vuoi per i suoi modi di dire, vuoi per i suoi compartamenti, ottenne subito grandissimi consensi dal popolo italiano.
Memorabili furono le sue uscite. Dallo "So' 'nu sciupafemmena", a "Io son omme tu si donna statte la", per non parlare del suo "io so' u guerriero". In particolare, ricordiamo la sua love story all'interno della casa con Cristina Plevani, poi vincitrice. Per questo motivo fu visto di malocchio dal popolo femminile: sedurre e abbandonare la povera Cristina, fu qualcosa che non convinse il popolo italiano sulla sua lealtà.
I suoi muscoli diedoro vita anche allo stereotipo del "palestrato". Fino a quel momento le palestre in Italia erano luoghi frequentati, è vero, ma dopo aver conosciuto Pietro il bum di iscrizioni fu pauroso. Lanciò, senza volerlo, la moda del tipo tutto muscoli e niente cervello, pieno di ragazze. All'interno della casa ebbe anche modo di dimostrare più volte che, sotto quei muscoli tirati a lucido, c'era anche una persona con una testa in grado di ragionare (la sua maturità al Liceo Scientifico, la sua iscrizione a Giurisprudenza e la sua attività di amministratore condominiale ne erano la prova). Celebre fu il suo discorso in confessionale in diretta televisiva a Daria Bignardi, quando scelse di nominare proprio Cristina: "Ah Daria, l'altra volta ho fatto la nomination col cuore, mo la faccio con le palle". Per non parlare di quando scelse di sua spontanea volontà di farsi nominare per eliminare Roberta, la "snob" odiata da tutti i ragazzi.
Da Aosta a Capo Passero, era scoppiata la Taricone- mania. Un idolo per tanti, un idiota per molti. Comunque, sta di fatto che per qualche mese non si parlò altro che del filosofo sciupafemmine casertano con i muscoli tirati.
Sembrava che per lui si aprissero innumerevoli porte. Spettacoli, film, serie-tv, programmi, "ospitate", palestre, parevano pronti ad ingaggiarlo come ospite fisso, come protagonista o come istruttore. Ma lui, in perfetta sintonia con la persona che avevamo visto all'interno della casa, non ne aprofittò più di tanto e ignorò tantissime richieste di contratto che gli vennero proposte. E' vero, diventò un attore, anche se nella memoria di tutti non rimarrà mai come uno dei protagonisti di "Radio West".
E ieri, ci ha lasciato. Un lancio col paracadute gli è stato fatale. Una manovra di atterraggio sbagliata gli ha impedito di rimanere tra noi. Il guerriero ha abbandonato oltre che noi, una compania, l'attrice Kasia Smutniak, e una figlia di 6 anni.

Tutto questo l'ho voluto scrivere perchè Taricone è stato un mito. Giusto o sbagliato che fosse, è stato capace di coinvolgere una decina di milioni di persone, con la sua storia, la sua simpatia e la sua filosofia di vita. Mi è dispiaciuto sinceramente leggere dell'incidente ieri, e di aver scoperto della sua morte questa mattina.
Per cui, con dispiacere, lo saluto.
Ciao guerriero.

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