martedì 29 giugno 2010

Ciao "Guerriero"



Addio Pietro Taricone.

Settembre 2000. In Italia si stava scatenando in quella stagione un avvenimento che avrebbe cambiato per anni (per il momento siamo arrivati a 10) il palinsesto della televisione: sia quella pubblica, che quella privata. Per non parlare delle pay-tv. In arrivo dall'Olanda, fu introdotto un format che nello stivale non si era ancora visto. Il primo reality- show, fu il "Grande Fratello", in onda su canale 5. Dieci concorrenti rinchiusi in una casa, senza avere a disposizione mezzi di comunicazine con l'esterno, si sfidavano in un gioco in cui il preferito del pubblico avrebbe vinto la bellezza di mezzo milione di euro (allora il montepremi era di 500 milioni di lire).
E in quell'edizione imparammo a conoscere questi ragazzi. Li seguimmo passo dopo passo nella loro avventura. Dalla prima nomination, al dramma della prima eliminazione, al momento della prova settimanale. Pietro Taricone è stato senza dubbio il simbolo di quel Grande Fratello. Vuoi per il suo modo di fare, vuoi per i suoi modi di dire, vuoi per i suoi compartamenti, ottenne subito grandissimi consensi dal popolo italiano.
Memorabili furono le sue uscite. Dallo "So' 'nu sciupafemmena", a "Io son omme tu si donna statte la", per non parlare del suo "io so' u guerriero". In particolare, ricordiamo la sua love story all'interno della casa con Cristina Plevani, poi vincitrice. Per questo motivo fu visto di malocchio dal popolo femminile: sedurre e abbandonare la povera Cristina, fu qualcosa che non convinse il popolo italiano sulla sua lealtà.
I suoi muscoli diedoro vita anche allo stereotipo del "palestrato". Fino a quel momento le palestre in Italia erano luoghi frequentati, è vero, ma dopo aver conosciuto Pietro il bum di iscrizioni fu pauroso. Lanciò, senza volerlo, la moda del tipo tutto muscoli e niente cervello, pieno di ragazze. All'interno della casa ebbe anche modo di dimostrare più volte che, sotto quei muscoli tirati a lucido, c'era anche una persona con una testa in grado di ragionare (la sua maturità al Liceo Scientifico, la sua iscrizione a Giurisprudenza e la sua attività di amministratore condominiale ne erano la prova). Celebre fu il suo discorso in confessionale in diretta televisiva a Daria Bignardi, quando scelse di nominare proprio Cristina: "Ah Daria, l'altra volta ho fatto la nomination col cuore, mo la faccio con le palle". Per non parlare di quando scelse di sua spontanea volontà di farsi nominare per eliminare Roberta, la "snob" odiata da tutti i ragazzi.
Da Aosta a Capo Passero, era scoppiata la Taricone- mania. Un idolo per tanti, un idiota per molti. Comunque, sta di fatto che per qualche mese non si parlò altro che del filosofo sciupafemmine casertano con i muscoli tirati.
Sembrava che per lui si aprissero innumerevoli porte. Spettacoli, film, serie-tv, programmi, "ospitate", palestre, parevano pronti ad ingaggiarlo come ospite fisso, come protagonista o come istruttore. Ma lui, in perfetta sintonia con la persona che avevamo visto all'interno della casa, non ne aprofittò più di tanto e ignorò tantissime richieste di contratto che gli vennero proposte. E' vero, diventò un attore, anche se nella memoria di tutti non rimarrà mai come uno dei protagonisti di "Radio West".
E ieri, ci ha lasciato. Un lancio col paracadute gli è stato fatale. Una manovra di atterraggio sbagliata gli ha impedito di rimanere tra noi. Il guerriero ha abbandonato oltre che noi, una compania, l'attrice Kasia Smutniak, e una figlia di 6 anni.

Tutto questo l'ho voluto scrivere perchè Taricone è stato un mito. Giusto o sbagliato che fosse, è stato capace di coinvolgere una decina di milioni di persone, con la sua storia, la sua simpatia e la sua filosofia di vita. Mi è dispiaciuto sinceramente leggere dell'incidente ieri, e di aver scoperto della sua morte questa mattina.
Per cui, con dispiacere, lo saluto.
Ciao guerriero.

domenica 27 giugno 2010

Campioni!!!

E' fatta! Il "sogno" finalmente è diventato realtà. Perchè gli Hic Sunt Leones, ovvero i 2000guys, sono risuciti nell'impresa di vincere un torneo. E per farlo, hanno dovuto battere una concorrenza spietata.

Tutto è cominciato in un caldo pomeriggio di fine maggio, quando alcune menti del gruppo, stavano progettando la squadra per giocare a San Prospero. Sicure erano le presenze di cinque giocatori che avevano guadagnato un terzo posto nella scorsa edizione del torneo. Paqua, Dave, Titti, Velo e Maz erano la base da cui partire. L'intenzione iniziale era quella di riproporre la rosa che aveva ben figurato a Campanella, con l'aggiunta di bomber Ferrini. Però, c'è stato un però.
In quel caldo pomeriggio due amici si sono uniti al tavolo di queste strane menti e hanno chiesto, molto educatamente, di poter entrare a far parte del team. E fu così che Alessio Petti e Marco Borini furono ingaggiati. Tuttavia, anche a causa di questi due innesti, Petro decise di accettare l'offerta di Raffaele Armaroli e abbandonò la compagine. A questo punto restavano da definire due ruoli da inserire: un portiere, vista la defezione di Edo, e un allenatore. Per stabilire chi avrebbe avuto l'onore di ricoprire questo incarico, entrò in gioco uno degli ultimi arrivati. Alessio, convocò Vanno e chiese a Rio, dopo essersi consultato con tutti gli altri giocatori, di diventare il nostro coach. Entrambi accettarono.

Dopo un girone abilmente superato, complice un sorteggio favorevole, è cominciata la salita degli Hic Sunt Leones. Perchè dai quarti di finale in poi, hanno affrontato tre finali, nel vero senso della parola. La prima, è stata quella giocata contro il Becca Paolo. Avversari dal tasso tecnico elevatissimo, che in campo schieravano giocatori di esperienza come Zappi, Foschi, Colli e Pondrelli. Sembrava tutto facile a fine primo tempo sul 6-1, ma nella ripresa gli ostici rivali si sono fatti sotto e il match si è concluso con qualche brivido e una serie di miracoli di Vannini. 7-5 e accesso alle semifinali.
A queso punto ogni squadra rimasta era in grado di vincere il torneo. Certo è, che fin dall'inizio della manifestazione, si sapeva che lo spauracchio erano i ragazzi del C.S. Campanella, vincitori già della scorsa edizione, che ci avevano eliminato ad un passo dalla finale lo scorso anno. E il destino ci ha messo di fronte ad una straordinaria rivincita. E' stata una battaglia incredibile, una sfida infinita, che ci ha visto vincenti e ci ha permesso di approdare alla finalissima.
Dall'altra parte avremmo incontrato la Pizzeria D'Azeglio, giocatori della Juvenilia che spesso arrivano in fondo a questi tornei amatoriali.

La Finale.
Proni via, e Ferrini mette in porta un diagonale. Sembra tutto facile per la De Luca band. Ma non sanno che il crollo è dietro l'angolo. Il ribaltone subito è clamoroso. 4-1 in meno di dieci minuti. Gioco che stenta a decollare, difesa ballerina e poca velocità di manovra. Mai come in questa occasione il time-out fu decisivo. Dopo il minuto di pausa la squadra si è ricompattata e, anche se non si è visto un cambiamento radicale, è riuscita ad accorciare le distanze con Titti (probabilmente l'Mvp della finale). Nell'intervallo la tensione era ancora padrona di alcuni animi dei bianchi. Borini aveva perso la testa per una parola di troppo scambiata proprio con Titti. Qui, bisogna fare un applauso a due persone: allenatore e numero 6, che sono risuciti a riportare la serenità tra i due. Nel secondo tempo due reti consecutive ci hanno fatto agganciare subito la parità. Sembrava fatta, ma un altro contropiede letatale ci ha messo sotto. Gli avverasari cominciavano ad essere insuperabili, quando ancora Armaroli ha riportato la partita sui binari del pareggio.
L'espulsione di un loro giocatore pareva potesse essere, come contro il Campanella, il via alla vittoria. Mai sensazione fu più sbagliata. In superiorità numerica, gli Hic Sunt Leones, sono riusciti nell'impresa di subire una rete. 6-5.
Ma se ci chiamiamo Leoni, un motivo ci sarà. Nessuno ha mai mollato un centimetro e il 6-6 finale è stata la giusta ricompensa per gli sforzi corali.
Si va ai supplementari. La tensione è altissima e un gol potrebbe far crollare gli equilibri di una delle due squadre. Il primo tempo scorre veloce, senza nessuna emozione e senza nessuna occasione degna di nota. Sembra che le due pretendenti non vogliano rischiare. I rigori sono dietro l'angolo.
Nel secondo tempo, però, la musica cambia. Gli Hic Sunt Leones ci provano e grazie a un tiro da lontanto ribattuto dal portiere, Armaroli pesca Borini sul secondo palo: dopo un attimo di indecisione, il numero 10 allunga il destro e insacca. Gioia sfrenata per "Boro" che corre ad abbracciare mister De Luca in panchina. Ora bisogna tenere palla. E i ragazzi del 2000 lo fanno benissimo. Sarti subisce un fallo: è il sesto. Tiro libero. Alessio Petti si prende l'incarico di calciare dal dischetto: gol! Più due, a tre minuti dalla fine. I disperati tentativi degli avversari vengono contenuti alla grande dalla difesa dei bianchi. Borini esce palla al piede dalla difesa, supera la metacampo e lascia partire un destro che si insacca nell'angolino. Tutta la squadra corre ad abbracciare il fantasista del bar e il triplice fischio finale, decreta finalmente la vittoria degli Hic Sunt Leones.

I festeggiamenti sono stati fatti sul campo, negli spogliatoi e infine al Parco Tozzoni. Forse qualcuno se lo sarà scordato ma questo è stato l'inno del post- partita:


"C'è Morini, che è ubriaco,
con Ferrini al bancone,
poi c'è Petro, che c'ha un tiro (alcuni dicevano che è un terrone, ndr)
e Mazzanti, rovinato
oooooooooooooooooooooooooooooooooooo
Dave e Titti, sulle fasce,
da Vannini non si passa,
Jachi Ronchi è un golosone (a buon intenditor poche parole),
Sabatini, c'ha il NASONE
oooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
e Pasquale, capitano,
con Rosario è rovinato,
c'è Borini, che campione,
e con Petti Goleadooorrr
oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo"

Appena chi ha scattato le foto me le passa, le inserirò qui sul blog o su facebook. Per non parlare di alcuni video che dovrebbero essere stati girati e che vorrei vedere.

Ricapitolando, Hic Sunt Leones campioni. 55 gol segnati e 25 subiti in cinque partite. I marcatori dovrebbero essere questi: Petti 10, Boro 9, Dave 6, Maz 4, Titti 4, Velo 1, Ferro 14, Paqua 8. Unico rimpianto, non aver fatto vincere la classifica cannonieri a Ferro, che comunque, è stato ancora una volta il nostro bomber.
Infine, un ringraziamento da parte di tutta la squadra ai tifosi, sempre presenti in queste serate. Grazie ragazzi. Siamo stati INIMITABILI.

venerdì 25 giugno 2010

Finale!

L'abbiamo cercata e finalmente l'abbiamo raggiunta.
E ora, gli Hic Sunt Leones (Bar 2000 poi), riescono dopo tanti tornei, moltissime partite e infinite battaglie, ad agguantare la possibilità di affermarsi in un torneo. Un sogno piccolo, perchè lo sanno tutti che nella vita sono altre le cose che contano, ma allo stesso tempo un grande obiettivo che da troppo mancava.
I tornei estivi sono sempre stati il tormentone di ogni compagnia che si rispetti. Strippi su chi chiamare di esterno al gruppo, viaggi mentali su come poter battere certe squadre e notti a parlare dell'ultima partita sottolineando gli errori e le grandi giocate fatte.

Per poter accedere alla finalissima di San Prospero, però, mercoledì bisognava superare l'Imolese calcio a 5. Squadra forte, molto forte, capace di "ammazzare" il campionato di Serie D perdendo solo due partite: una a tavolino, l'altra all'ultima giornata senza tre titolari e con il portiere schierato in attacco.
Così, dopo aver studiato attentamente gli uomini più pericolosi da tenere sott'occhio, Mister De Luca ha dato fiducia dal primo minuto a chi aveva cominciato la sfida con Becca Paolo. Vannini, Petti, Sarti, Impagniatiello e Armaroli hanno composto il quintetto iniziale che aveva di fronte Minoccheri, Illiano, Brusaferri, Villa e Righini.
Partita molto tesa e già dalle prime battute si capisce che il risultato finale sarà segnato da un sottilisimo equilibrio. Lo 0-0 dura per quasi venti minuti, quando una percussione di "Ciccio" Righini trafigge l'incolpevole Vannini. Gli Hic Sunt Leones reagiscono e cominciano un assedio alla porta rossoblu. Ferrini corona una splendida azione personale insaccando di potenza e portando il risultato di nuovo in parità. Ancora il giovane Leone si rende pericoloso quando riesce a mettere a sedere l'estremo difensore del Campanella ma si fa clamorosamente ribattere il tiro da pochi passi. Così, all'ultima azione del primo tempo, il neo- acquisto Giovannini riesce a girare in porta un invito dalla sinistra di Illiano. 2-1 e Drei decreta la fine della prima frazione.
La ripresa si apre all'insegna di Mazzanti: "Huntelmaz" gira in porta un rilancio di Vannini e pareggia i conti in apertura. E da questo momento nasce uno spettacolo che diverte il numerosissimo pubblico presente. Le due squadre in campo vogliono vincere e si aprono alla ricerca del gol del vantaggio. L'Imolese trova il guizzo giusto con Giovannini sul secondo palo: 3-2. Vannini compie una serie di parate superlative che impediscono agli avversari di aumentare il loro vantaggio. Così, su una delle tantissime ripartenze, Sarti pareggia. Sul 3-3 la svolta. Prima l'arbitro non concede un gol a Petti; poi estrae il cartellino rosso in faccia a Villa, colpevole di aver detto qualche parola di troppo nei suoi confronti. Campanella in 4 per due minuti. Facendo girare la palla, viene liberato al tiro Petti: sinistro nell'angolo basso e primo vantaggio degli Hic Sunt Leones. Ristabilita la parità numerica, Vigno e compagni si sbilanciano in avanti, lasciando grandi spazi alle ripartenze dei bianchi. Così Sarti e ancora una volta Petti ne aprofittano, portando il punteggio sul 3-6. A otto minuti dal termine riprende l'assedio rossoblu che viene sventato da interventi prodigiosi di Vannini e da sublimi difese di Armaroli. "Bronco" trova un gol su punizione che riaccende le speranze "Campanellesi": proprio lui, ad un minuto dal termine scarta Vannini e calcia a botta sicura a porta sguarnita. Sembra rete, ma Borini, con un intervento alla Holly e Benji, spedisce il pallone in calcio d'angolo. Drei da Imola, decreta la fine delle ostilità. Hic Sunt Leones in finale, dove affronteranno la Pizzeria D'Azeglio, squadra che ha in rosa molti elementi della Juvenilia e che arriva spesso in fondo a tornei simili, abituata quindi a giocare certe finali.

Il Bar 2000 nella sua storia, compreso il Bar Luisa, ha disputato 3 finalissime.
La prima è datata 2008, a Gallo Bolognese, dove sono stati sconfitti da una compagine Castellana.
La seconda l'hanno giocata i "piccoli" a calcio saponato la scorsa estate, perdendo.
Infine, non bisogna scordarsi del torneo di pallavolo sull'acqua, dove venne raggiunto il secondo posto.
In più, vanno considerate due finali per il terzo e quarto posto: una vinta dopo aver perso la semifinale proprio contro il Campanella nella scorsa edizione del torneo; l'altra che ha visto il Bar Luisa arrivare quarto in Aics dopo l'eliminazione shock con la New Team. In entrambi i casi, chi ha eliminato i 2000 guys ha vinto il torneo.

Detto questo, comunque vada, bravi tutti. Giochiamoci questa finale e vada come vada.
Ore 21.15 calcio di inizio a San Prospero: tifosi, ultimo sforzo anche per voi, venite a sostenerci mi raccomando!

martedì 22 giugno 2010

Hic Sunt Leones in semifinale!


Nella foto i ragazzi di De Luca

Si sono disputati ieri a San Prospero tutti i quarti di finale del Torneo intitolato Coppa Imola.
Alle 20 sono andate in scena Pizzeria d'Azeglio- Metal Recinzioni, con i primi che si sono imposti solo dopo i supplementari, e Pedagna Libera- Zeru Tituli, dove Bacci e compagni hanno rischiato di subire una rimonta pazzesca ma l'hanno spuntata all'ultimo respiro.
Alle 21.30 è stato il turno del Cs Campanella che si è liberato agevolmente della Gelateria Ferri con il punteggio di 10-2. Vigno e compagni, affronteranno in semifinale gli Hic Sunt Leones, che si sono imposti sulla temutissima Becca Paolo.

"Ragazzi, non ce la faccio ho troppo male". Con queste parole Velitti ha annunciato il suo forfait: tegola pesante quanto inaspettata. Banalmente è forse questa la scintilla che permette ai bianchi di vincere la partita. Infatti, "Bacchetto", è una pedina inamovibile dello scacchiere di mister De Luca perchè garantisce solidità al reparto difensivo e concretezza a quello offensivo. La sua assenza smuove gli animi dei leoncini che, dal primo minuto in poi, cominciano una gara di sacrificio, concentrazione e cinicità.
L'allenatore partenopeo si affida a Vannini tra i pali, Petti ultimo uomo, Sarti e Impagnatiello sulle corsie laterali e schiera Armaroli da boa. Gli avversari rispondono con Colli, Pondrelli, Zappi e Foschi.
Pronti via e Pondrelli segna già il gol dell'uno a zero per il Becca Paolo. Partenza shock, che però non distrugge i sogni di gloria di Paqua e compagni. Anzi, se mai li ravviva.
La squadra si ricompone e inzia a creare azioni offensive di una certa rilevanza. Un brack di Petti a centrocampo permette ad Armaroli di pareggiare, poi è ancora il difensore a segnare il gol del sorpasso. Rimonta effettuata in tre minuti. Ci si aspetta ora una tattica più attendista da parte degli HSL, invece, questi continuano a presentarsi davanti alla porta avversaria. A fine primo tempo, il punteggio è di 6-1 con un palo e alcune occasioni clamorose fallite. Impagnatiello, due volte Borini e ancora Petti, i marcatori. Nel secondo tempo Zappi e i suoi amici, pressano alto e mettono in difficoltà i rivali. Ma non hanno fatto i conti con un Vannini in versione super, che compie almeno otto parate degne di nota. La band di De Luca si chiude bene e cerca di gestire la partita pungendo di rimessa. Alcuni errori di fretta, però, permettono a Pondrelli due volte, Colli e Zappi di rimettere in discussione il risultato. Il gol di Ferrini a inizio ripresa, garantisce comunque due reti di vantaggio. Gli ultimi minuti di gioco vedono gli Hic Sunt Leones schiacciati davanti alla propria porta, ma Bassi da Imola decreta la fine delle ostilità.
Hic Sunt Leones- Campanella dunque. Una partita già vista e rivista, una possibile rivincita della scorsa edizione del torneo, quando le due compagini si affrontarono proprio ad un passo dalla finale. E come lo scorso anno, c'è la forte sensazione che si possa parlare di una classica "finale anticipata".

Nel post partita, Alessio Petti ha rilasciato alcune dichiarazioni: "Abbiamo fatto tutti il nostro dovere. Ci siamo applicati e tutti si sono sacrificati per il compagno aiutandolo sempre. Per questo motivo abbiamo vinto una partita che sulla carta non ci dava per favoriti. La mancanza di velitti ci ha sicuramente penalizzato, però forse il fatto proprio che velo non sia riuscito a giocare ci ha dato uno spirito maggiore di squadra e ci ha permesso di stringere i denti e saper soffrire tutti insieme".
Il difensore ha poi parlato di Pondrelli, il forte avversario con cui si è dovuto confrontare: "Ho ricevuto qualche consiglio dal Mister, però lo conoscevo già da tempo anche se era la prima volta che avevo l'onore di marcarlo. Sul primo loro gol mi sono fatto sorprendere proprio dal bomber, però dopo gli ho preso le misure e sono andato bene. Sicuramente devo ringraziare sia tutta la squadra per avermi messo nelle condizioni di marcarlo a dovere sia Davide Sarti che fin da una settimana prima insisteva su come marcarlo".

Anche mister De Luca è intervenuto per parlare dei suoi ragazzi: "Quello che mi è piaciuto stasera, è stata l'applicazione che hanno messo tutti in campo. L'assenza di Velitti e il fatto che tutta la rosa abbia giocato a calcetto come hanno insegnato proprio Velo, Dave, Titti e Paqua, ha permesso di vincere e controllare la partita. Ovviamente oltre a questo, bisogna considerare anche che Ferrini, Borini e Petti fanno la differenza nei momenti importanti della sfida. Il gol di Borini è un esempio lamapante di questa teoria (eurogol, si è fatto tutto il campo da solo, ndr). Inoltre il lavoro sporco dei tre ragazzi dell'Imola Asd ha permesso agli altri di esprimere tutti il loro talento. Aggiungo anche che, nonostante lo scarso minutaggio, Mazzanti sia stato un ottimo esempio di sacrificio e dedizione: in queste tre partite si sono visti miglioramenti giganteschi da parte sua, perchè è una persona intelligente che si è saputa applicare alla perfezione e si è inserito alla grande nei meccanismi della squadra".

Prossimo appuntamento con gli Hic Sunt Leones stasera, al torneo della Bocciofila. Calcio di inizio alle ore 21. Partita da dentro o fuori per la squadra guidata da Pep Ronchi. Riposeranno Impagnatiello e Mazzanti e avranno spazio De Luca e Sabatini.
Per quel che riguarda invece il torneo di San Prospero, semifinale mercoledì alle 21.15: è richiesta la solita grande presenza di pubblico, che da sempre ci distingue dalle altre squadre.

giovedì 17 giugno 2010

Hic Sunt Leones, male la prima!


In alto, Jacopo Ronchi durante il match tra Hic Sunt Leones e Asbid.

E' cominciato ieri il torneo della bocciofila intitolato alla memoria di Andrea Costa.
La squadra composta dai ragazzi del bar 2000 ha esordito al mini torneo (sono soltanto sei le squadre in gara, divise in due gironi) con una sconfitta per 7-3.
Privi di Ferrini, impegnato a Sasso Morelli, i bianchi si sono presentati al campo con una sorpresa dell'ultimo minuto in panchina. Da diversi giorni i rumors parlavano della possibilità di affidare la squadra a Petroni o Mazzanti: i due erano in forte ballottaggio e si pensava che potessero guidare per una giornata a testa la compagine di Paqua. Invece, la leggenda narra che la sera prima dell'incontro Maz abbia improvvisamente avuto un attacco di panico e di paranoie per i cambi da effettuare e per i giocatori da schierare. Così i giocatori sarebbero stati senza guida, si sarebbero dovuti auto- gestire. Tutti sanno che in questi tornei si ha bisogno di una luce, un leader in panchina con gli attributi per prendere decisioni scottanti nei momenti più glaciali della partita. E in una piovosa sera di Giugno, apparve al bar la soluzione di tutti questi problemi. Candidatosi come il nuovo "Dunga", Jacopo Ronchi si è preso la responsabilità di condurre la rosa fino alla fine dell'evento.
Una decisione che ha sicuramente creato qualche polemica. Gli scettici erano già convinti del fallimento totale della spedizione Bar 2000, i potenti erano pronti a chiedere la crocefissione del nuovo tecnico in sala mensa e la stampa aveva già ribattezzato il neo mister "The Puppet", il burattino, presumendo che fosse una mossa di De Luca per continuare lui stesso la sua avventura da coach, manovrando il giovane imolese.
Si sbagliavano tutti. E ieri c'è stata la prova del nove. I suoi giocatori gli hanno subito cambiato il nomignolo, dopo avergli trovato una clamorosa somiglianza con Joseph Guardiola: da ieri sera prego tutti i lettori e non, di chiamarlo "Pep" (è uguale!!!).
E questo cambio di nome è stata un'iniezione di fiducia talmente grande, che gli ha permesso di dispensare consigli ed effettuare sostituzioni giuste e continue per tutti e cinquanta i minuti. Fantastica la sua prestazione, anche se purtroppo la squadra è stata suonata per bene da degli avversari e ha pagato l'inesperienza a cospetto di un team di giocatori di calcio a 5.
Peccato, anche perchè a fine primo tempo il risultato era di 2-2 e dopo 10 minuti della prima frazione si era in vantaggio di due reti a zero (Petti e Borini i marcatori). Nel secondo tempo le cose sono sfuggite un pò di mano, ma obiettivamente non si poteva chiedere tanto di più ai ragazzi di Pep.

Prossimo appuntamento Torneo di San Prospero: Hic Sunt Leones- Polo Becca. Bella partita contro ottimi giocatori di calcio. Lunedì, la squadra ha bisogno del sostegno del proprio pubblico. Martedì, invece, seconda ed ultima gara del girone alla Bocciofila, sempre ore 21.

lunedì 14 giugno 2010

Tornei

E' iniziata ufficialmente la stagione dei tornei estivi.

Il primo torneo che ha visto impegnati i ragazzi del bar 2000, è stato quello di San Prospero.
Con il nome "Hic sunt leones" (i leoni sono qui, per chi non lo sapesse), abbiamo disputato le partite del girone vincendole entrambe. La rosa a disposizione di Mister Carletto De Luca, è composta da:

Lorenzo "Vanno" Vannini;
Alessio "Ale" Petti;
Matteo "Ferro" Ferrini;
Marco "Boro" Borini;
Davide "Dave" Sarti;
Luca "Maz" Mazzanti;
Patrizio "Titti" Armaroli;
Pasquale "Paqua" Impagnatiello;
Davide "Velo, Bacchetto" Velitti.

La prima sfida ha visto i ragazzi di Rio, affrontare e superare la Rosa dei Venti; nella seconda partita, invece, hanno avuto la meglio sulla Gelateria Ferri.
Gli Hic sunt leones, si sono qualificati per i quarti di finale, dove giocheranno contro o "Becca Paolo", squadra composta da Manuel Zappi e i suoi amici, o contro "Pino Eletrrauto", che vede tra le sue fila numerosi giocatori dell'Imola Asd Calcio a 5. Appuntamento per tutti i tifosi Lunedì 21 a San Prospero.

Ma non è tutto. Domani comincia ufficialmente il torneo della Bocciofila, intitolato "Coppa Andrea Costa". I ragazzi si presenteranno al campo con la seguente rosa:

Patrizio "Titti" Armaroli;
Pasquale "Paqua" Impagnatiello;
Alessio "Ale" Petti;
Matteo "Ferro" Ferrini;
Marco "Boro" Borini;
Davide "Dave" Sarti;
Raffaele "Raffa" Armaroli;
Rosario "Rio" De Luca.

All'appello manca ancora un innesto, che probabilmente il Ds Alessio Petti effettuerà nel pomeriggio.
Calcio di inizio ore 21 contro la squadra chiamata "Bar Vassallo".

mercoledì 2 giugno 2010

In bocca al lupo Fabio



Ci siamo.
Pochi giorni e i Mondiali di calcio Sudafricani prederanno il via.
Ieri l'allenatore Campione del Mondo, Marcello Lippi, ha diramato la lista definitiva dei convocati azzurri.
In questo ultimo mese, Raffaele Armaroli, ha pubblicato un maxi sondaggio intitolato "Siamo tutti un pò C.T.", dove i votanti potevano scegliere i propri 23 giocatori ideali da portarsi al torneo.
Bè, oggi non mi sento molto C.T., ma abbastanza critico! Vi spiego perchè.

Mi alzo, accendo la Tv e sento un famosissimo giornalista aprezzato da tanti, praticamente tutti, Juventini, che in tono serio e per niente ironico, annuncia: "Cannavaro giocherà il prossimo anno negli Emirati Arabi (che poi sarebbe Egitto da quel che mi risulta, ndr), stanco di ricevere insulti e fischi negli stadi Italiani".
Ma chi è questo Fabio Cannavaro? Per chi non lo sapesse ve lo riassumo brevemente.
Nato a Napoli nel 1973, cresciuto nel settore giovanile della squadra partenopea appunto, esordisce in Serie A nella stagione 1992/93 contro la Juventus. Quel giorno nella vecchia signora, giocava in attacco un giocatore (vabbè, era uno dei miei idoli) di nome Paolo Di Canio. Questo attaccante gli fece letteralmente girare la testa, dandogli il benvenuto nella massima serie. Per la cronaca, quella partita la vinse in modo roccambolesco proprio la Juve per 4-3.
Fatto sta che Fabio, come solo i grandi campioni sanno fare, se ne fece una ragione e cominciò la sua splendida carriera. Iniziò tutto nella stagione 97/98, quando alla terza stagione con la maglia del Parma, ottenne una convocazione in maglia azzurra per i Mondiali di calcio in Francia. Fece una gran figura, salvandosi la faccia insieme a pochi altri in quella sfortunata spedizione Maldiniana. Fino al 2002 rimase in maglia crociata, dove nel frattempo aveva vinto una Coppa Uefa nel '99. Approdò all'Inter dove per due stagioni si fece prende in giro da un pò tutti i giocatori di Serie A, Champions League e Coppa Uefa. Erano gli anni d'oro dei nerazzurri, dopo tutto lui che colpa ne poteva avere? Anche perchè, il patron Moratti in quegli anni a giocatori come Kily Gonzalez, faceva percepire stipendi di 2 milioni di euro all'anno, immaginate a Cannavaro, arrivato per far tornare grande l'Inter in tutta Europa, quanto potesse prendere. Almeno il doppio, ve lo dico io. Normale per un grande giocatore.
Comunque, dopo due anni così e così, chiese di essere ceduto. A chi? Alla Juventus, che lo acquistò e grazie alle sue indimenticabili prestazioni conquistò ben due scudetti consecutivi nelle stagioni 04/05 e 05/06. Successi cancellati da Moggiopoli. Il 2006 però, è stato l'anno più importante della sua carriera. Dopo aver passato un anno discreto alla corte di Capello, dove fece saltare le gambe di Mudingaiy allora giocatore della Lazio, vinse un Mondiale da Capitano e da autentico leader. Pallone d'oro e Fifa World Player a Dicembre, record di presenze azzurre battuto e posto nella storia dell'Italia assicurato. Con la Juve risucchiata in B, decise di seguire Don Fabio al Real Madrid dove restò per due anni, per poi tornare in bianconero dove ha attualmente concluso la stagione 2009/2010.

Vi chiederete allora, ma perchè questo calciatore modello è fischiato e insultato in tutti gli stadi d'Italia?
E' senza dubbio una bella domanda.
Insomma, come si fa ad odiare un uomo così? Uno che è passato dall'Inter alla Juventus come se nulla fosse, uno che nel 2005 fu vittima di uno scandalo per via di un video pubblicato dalla Rai in cui prima della finale di Uefa '99 viene mostrato con una flebo attaccata al braccio e dove scherza sulle sostanze che gli stanno iniettando? Poverino, lui è una vittima quando negli stadi gli cantano "Cannavaro si fa". Che colpa ne ha poi, se nel 2009 è stato trovato positivo all'antidoping? Certo, i medici della Juve, che non sono mai stati indagati per aver somministrato sostanze dopanti ai giocatori di Moggi, Giraudo e Bettega, cosa potevano fare per rimediare ad una "puntura di ape" se non somministrare a Fabietto un farmaco a base di cortisone?
Povera stella, lui cambia quattro squadre in 7 anni e i tifosi gli espongono striscioni con scritto "Cannavaro mercenario". Lui, che è stato bandiera del Napoli, del Parma, dell'Inter, della Juve, del Real, ancora della Juve e da adesso sarà sicuramente anche un giocatore storico dell'Al-Ahli. Lui, che in Nazionale è adorato e coccolato da tutti, come quando prima di Germania 2006 gli erano stati rivolti cori e insulti perchè non era degno di rappresentare l'Italia in quanto ritenuto "Uomo di merda" perchè decise di distaccarsi da Moggiopoli facendo lo gnorri con la faccia pulita mentre preparava le vailigie per il suo nuovo ingaggio a Madrid. Lui che voleva finire la carriera nella squadra della sua città, l'unica di cui lui sia stato veramente una bandiera, ma poi il Napoli gli rispose che piuttosto avrebbero comprato Zuniga per rafforzare la linea difensiva, già composta da un Cannavaro già capitano della squadra.
Ho provato tanto dolore quando i maligni tifosi della Juve, quei cattivoni, si sono espressi contrari al suo ritorno in bianconero perchè ritenuto un "Figlio di puttana", un "Uomo di merda" e un "Mercenario".
Poverino, deve essere dura per uno che percepisce il suo stipendio e per un uomo con i valori che ha lui, andare in ogni stadio italiano a sentirsi fischiato, e isnultato dai soliti mascalzoni. Purino, gli viene cantato: "Cannavaro terun", "Cannavaro si fa", "Cannavaro travestito Lapo Elkann suo marito", "Cannavaro figlio di puttana", "Cannavaro pezzo di merda" e molto molto altro.

Saggia decisione Fabio, tu che rappresenti la nostra Nazione, in quanto esempio per lealtà, onestà e attaccamento ai valori fai bene ad andare via dall'Italia per andare a giocare in una gloriosa squadra come l'Al-Ahli di cui sei sempre stato tifoso fin da piccolo, quando seguivi le gesta di Mahmud El-Gohary . Non meritavi tutti questi tormenti, e ti capiamo. Vai a giocare in Egitto, dove sicuramente giocherai gratuitamente per la tua squadra preferita, e dove nessuno ti dirà quello che ti dicevano in Italia.
Credo che per te, sia la degna conclusione di una carriera in cui hai dimostrato a tutti di essere un uomo prima di un mercen... ehm, scusa, di un giocatore.
In bocca al lupo Fabio, non tornare mai più in Italia, perchè dopo questa tua decisione, potrebbero darti del mercenario di nuovo!

Tu che hai valori veri, resta la. Qui di gente senza valori che ti insulta in tutti gli stadi ogni domenica ce n'è già troppa.