giovedì 23 settembre 2010

Squadra Aics: "la famo, o non la famo"???

Salve a tutti.
Questo silenzio di parecchie settimane è stato dovuto a diversi motivi.
Volevamo arrivare a questa giornata per scrivere il nuovo nome ufficiale dell'ormai "vecchio Bar Luisa".
Purtroppo, non si è ancora arrivati a nessun risultato. Per cui, riportiamo di seguito, quello che è stato ipotizzato ieri notte nella sede del Bar 2000.

Siccome siamo ancora senza sponsor, prima al bar nei nostri deliri serali stavamo pensando ad un modo per autofinanziarci.
Avendo visto numerosissimi film e telefilm americani in cui i protagonisti raccimolano soldoni facili lavando le macchine (magari utilizzando qualche gnoccolona semi iniuda)abbiamo pensato che una cosa simile potremmo farla anche noi, se davvero ci teniamo a giocare per questa stagione.
Su questo stile, sono emerse le seguenti proposte:
- calendari (ovviamente fatti con i nostri piccolissimi mezzi, e il padre di boro potrebbe darci una mano a stamparli)
-calendari con protagoniste le ragazze del bar
- calendari misti: sei mesi noi, sei mesi le ragazze
- colletta al bar: chiediamo a tutti di contribuire facendoci l'elemosina con dieci euro
- organizzazione di una festa privata extra segreta(inattuabile, ma è sempre venuta fuori come idea)
- autoprostituzione dei giocatori che vengono messi all'asta (ok, abbiamo visto troppi film)
- rapina e/o truffa
- film porno amatoriali rivenduti alle maggiori case pornografiche
- fare da manager a qualche stragnocca che conosciamo facendola spogliare al bar
- fare le felpe del bar (probabilmente con 15 euro ce le paghiamo, ma le rivendiamo a tutti a 25, vuoi che 50 sfigati che le comprino non li troviamo?)
- partecipare alle superbike vendendo birra e acqua a un euro... bisogna venderne 500 però!
- cena e/o grigliata con menu fisso facendo la cresta di 5/10 euro per raccimolare un pò di cash
- organizzazione di una festa tipo sagra in cui tutti si specializzano in un gioco (tipo uno fa il gioco delle carte, magari un napoletano come rio o il ker, oppure uno si fa tirare torte in faccia, uno si fa baciare per un euro ecc... in stile "greek, la confaternita"

Obiettivamente parlando, dite che qualcosa la potremmo riuscire a fare?
Perchè la situazione comincia ad essere davvero pesante arrivati a questo punto. Ovviamente alla maggior parte di voi lettori non fregherà nulla. Però se avete qualche idea, potete dire la vostra per aiutarci.
Forza ragazzi, inventiamoci qualcosa!

mercoledì 1 settembre 2010

Lettera di un paziente di Montecatone

Ciao a tutti.
Di solito, su questo blog, siamo abiutati a leggere pagine sportive o racconti di amicizia del nostro gruppo.
Oggi, mi è capitato di trovare una lettera scritta da un paziente di Montecatone. Questa lettera è stata ideata inizialmente per essere indirizzata in sede regionale Emilia- Romagna.
Inoltre doveva essere pubblicata su alcuni quotidiani. Siccome non ha trovato il giusto spazio sui giornali, bar2000guys.blogspot.com è orgogliosa di presentarvela senza alcun tipo di censura o taglio.
Per cui, ecco a voi il testo. Buona lettura!


"Vorrei porre la vostra attenzione su alcuni fatti che stanno interessando l’Istituto di Montecatone.
In questo Ospedale ci sono centocinquanta posti letto per pazienti mielolesi, che arrivano da tutta Italia, alcune volte anche dall’estero.
Questi pazienti possono considerarsi privilegiati, poiché dispongono dei migliori medici, i pochi davvero in grado di gestire i disagi e i problemi derivanti da tale patologia. Possono considerarsi privilegiati, poiché dispongono di un personale sanitario altrettanto qualificato e preparato, in grado di rispondere alle peculiarissime esigenze quotidiane che derivano dalla mielolesione.
Da circa un mese, questi pazienti e questo Ospedale non sanno quel che potrà essere il loro futuro.
Le dimissioni del presidente Giorgio Frabboni, in seguito alla non convocazione dello stesso al tavolo regionale, ha mozzato il fiato a utenti e dipendenti della struttura. La possibilità di un futuro a gestione totalmente pubblica, potrebbe far sì che l’eccellenza del centro venga messa in discussione.
Ospedale Nuovo, Ospedale Vecchio, Silvio Alvisi e Montecatone: troppe spese per qualsiasi Ausl. Inevitabilmente vi sarebbero dei tagli economici e, altrettanto inevitabilmente, questi si rifletterebbero sulla qualità e l’efficienza dello storico Centro di Riabilitazione imolese. Da paziente mi chiedo: cosa sarà di noi? Ci saranno ancora medici di prim’ordine? Ci saranno ancora infermieri e fisioterapisti in grado di gestire le nostre gambe immobili, la nostra cute continuamente a rischio piaga, la nostra vescica non autonoma o peggio, chi ha problemi di respirazione? Negli ospedali normali, queste sono tutte utopie.
Con tale affermazione non voglio criticare l’organizzazione sanitaria dell’Emilia- Romagna, che anzi rimane una delle migliori in Italia, ma vorrei offrire uno spunto di riflessione al Presidente della Regione Vasco Errani: la mielolesione necessita di cure che possono essere somministrate soltanto in Centri altamente specializzati come è sempre stato Montecatone nei suoi trent’anni di vita. Dovrei scrivere un libro per farle capire che cosa intendo con le parole “Centri altamente specializzati”, e una lettera non può certo bastare. Per cui, la invito caldamente a far visita in prima persona al nostro Istituto: si renderà conto che qualsiasi ospedale è diverso da questo.
Si renderà conto della cura e delle attenzione che sono dedicate a coloro che, come me, sono costretti su una sedia a rotelle per tutta la vita.
Si renderà conto delle possibilità che i mielolesi hanno in questo posto, e che in altri luoghi non avrebbero.
Si renderà conto che Montecatone è quanto di meglio uno di noi possa trovare. Perché chiuderlo, o comunque ridurne l’eccellenza, quando invece potrebbe diventare IL centro di riferimento per tutte le realtà riabilitative di Italia? Perché? La nostra è una vita difficile, che però grazie alle cure e ai servizi che Montecatone offre, può raggiungere un certo livello di autonomia. Se ci deve essere preclusa la possibilità di vivere al massimo delle nostre potenzialità, tanto vale essere gettati in forni crematori. Saremmo solo una spesa e una fonte di infelicità per noi e per gli altri.
Un paziente, voce di tanti."